Un anno di Turris: dalla promozione al brivido estivo. Catarsi completa con nome e marchio...

31.12.2015 06:43 di Vincenzo Piergallino   vedi letture
Un anno di Turris: dalla promozione al brivido estivo. Catarsi completa con nome e marchio...
© foto di Salvatore Varo

Si chiude un altro anno intenso per la Turris. Un anno che rimarrá nella storia del club, dato che i corallini sono tornati a vincere un campionato dopo ben 17 anni. Il 2015 verrá ricordato come l’anno del ritorno in serie D, l’anno zero, quello della rinascita dalle macerie del biennio Moxedano, che aveva lasciato Torre del Greco senza un titolo sportivo e con il serio rischio di mettere la parola fine sul calcio locale. La ripartenza comporta un grande sacrificio, quello dell’Eccellenza, categoria che stona con il blasone della Turris. Un sacrificio tuttavia addolcito dalla cavalcata trionfale della squadra, che sul campo ottiene la promozione in Interregionale, ritornando dunque ad un solo scalino dalla Lega Pro.

REMUNTADA COMPIUTA – Il 2015 è subito positivo per la Turris sin dal mese di gennaio, dato che ad inizio anno i corallini, allora allenati da Santosuosso, riacciuffano la Sessana in testa alla classifica, recuperando i 7 punti di ritardo accumulati nelle giornate precedenti. Una sterzata importante al campionato la Turris la dá nello scontro diretto di febbraio quando, davanti a circa 4 mila spettatori, supera nettamente i rivali casertani. Da quel momento in poi i biancorossi non molleranno più il primato, difendendolo a suon di successi fino alla fine della stagione.

ENTUSIASMO E TENSIONI – Proprio sul più bello, come da tipico dna corallino, scoppia il caso che rischia di mandare tutto in fumo. A poco più di un mese dalla fine del campionato, infatti, il giovane centrocampista La Montagna a mezzo stampa si schiera a sorpresa contro la societá, denunciando la mancata retribuzione dei rimborsi. La squadra con un comunicato ufficiale si dissocia dalle sue dichiarazioni, ma alla vigilia di Pasqua bomber Majella con un post sibillino su FB ("Primi in classifica senza assaggiare una briciola di colomba...") alimenta ulteriori timori nell’ambiente. Servirá un incontro tempestivo tra tifosi, squadra e societá per chiarire una situazione divenuta improvvisamente incandescente.

L’ORA DELLA FESTA – Quel faccia a faccia tenutosi all’interno delle mura del Liguori si rivela decisivo per ricompattare squadra e ambiente, mettendo da parte le frizioni per raggiungere il comune obiettivo, la vittoria del campionato. Ed infatti il 12 aprile la Turris, grazie al trionfo casalingo sul Gladiator, può festeggiare con una giornata d’anticipo il ritorno in serie D.

NOME E MARCHIO – La promozione non basta. Per completare il proprio percorso di catarsi la Turris ha bisogno di riconquistare i suoi simboli storici, il proprio vessillo, anche sul piano burocratico. Da una parte la societá riesce a cambiare la denominazione, passando dal Miano della stagione precedente all’attuale AP Turris, grazie anche alla fusione con una squadra locale, la Pietro Abbate. Dall’altra i tifosi si attivano per rilevare logo e marchio storici dall’ex presidente Rosario Gaglione e ci riescono soltanto dopo una trattativa estenuante, durata mesi e caratterizzata da continui colpi di scena.

BRIVIDO ESTIVO – Una volta ritrovati categoria, nome e marchio, sembrerebbero esserci tutte le premesse per programmare con largo anticipo una stagione ambiziosa ed invece i tifosi si ritrovano a vivere un’estate di nuovo caldissima per le sorti della Turris. Dopo il defilarsi di gran parte degli sponsor torresi, secondo alcuni frutto di una strategia mirata per far cadere l’attuale societá e favorire l’ingresso di una nuova cordata locale, arrivano le dimissioni shock del ds Vitaglione, seguite qualche settimana più tardi da quelle del presidente Giugliano, annunciate all’alba del 13 luglio. Sembra di rivedere i fantasmi del passato ma alla fine l’imprenditore stabiese, seppur ritrovatosi solo al timone, forte del supporto dei tifosi iscrive comunque la squadra in extremis, annunciando nello stesso tempo di puntare ad una tranquilla salvezza attraverso un mix di giovani ed esperti.

FORTINO LIGUORI – Il ds Vitaglione, nel frattempo ritornato anche lui in sella, ha il non facile compito di allestire la rosa senza disporre di grandissime risorse. Ai nastri di partenza la Turris si presenta con una squadra molto giovane, ma non manca la giusta dose d’esperienza con i vari Imparato, Manzi, capitan Manzo e bomber Tarallo in avanti. Le difficoltá sono sempre dietro l’angolo, con la societá costretta a cambiare guida tecnica poco prima dell’esordio in campionato, sostituendo il dimissionario Alfonso Pepe con l’ex Vico Enzo Di Maio. Nonostante qualche piccolo incidente di percorso in trasferta ed un secondo cambio di allenatore, con l’avvento di Giovanni Baratto sulla panchina, i corallini chiudono il girone d’andata a 24 punti, in piena media salvezza, grazie ad un cammino quasi perfetto tra le mura amiche, condito anche dalle prestigiose vittorie con Taranto e Pomigliano.