Turris, una macchina ancora da scoprire. Il piano di Giacomarro esigente ma possibile…

27.10.2016 09:44 di  Vincenzo Piergallino   vedi letture
Turris, una macchina ancora da scoprire. Il piano di Giacomarro esigente ma possibile…
© foto di Pasquale D'Orsi

La netta vittoria della Turris sulla Sarnese di domenica scorsa ha un po’ tranquillizzato tutto l’ambiente biancorosso, abbastanza preoccupato fino a quel momento per il calo della squadra emerso dopo il cambio di conduzione tecnica. La risposta tanto attesa dopo il confronto con i tifosi c’è stata! Non poteva essere la vera Turris quella sconfitta in casa dal Roccella e nemmeno quella spenta di Cava. Nessuno voleva crederci, ma allo stesso tempo prendeva corpo il rischio di dover accantonare i sogni di gloria già a fine ottobre. Una sensazione smorzata dall’ultima prestazione della compagine corallina, che ha lanciato invece segnali confortanti in vista del futuro.

UNA MACCHINA ANCORA TUTTA DA SCOPRIRE – Finora la Turris ha dato l’impressione di una macchina importante, che però non è ancora riuscita a spingere al massimo e a sfruttare tutto il suo potenziale. Sicuramente non una Ferrari, come era stata definita dal presidente Giugliano in estate, ma comunque dotata di cavalli in grado di competere per il podio. Tante sono le cause che fin qui non hanno permesso ai biancorossi di tenere un cammino lineare: dalla mancanza di una continuità tecnica con l’esonero burrascoso di Baratto, allo stato di forma non sempre eccezionale di alcuni uomini chiave, passando per infortuni e squalifiche che hanno ridotto il materiale tecnico a disposizione (già infatti con il recupero di Picci ed Evacuo si è notato un notevole salto di qualità). Una serie dunque di concause che hanno fatto sì che la Turris rendesse per non più di un 50-60%, come un puzzle in cui i tasselli ci sono ma non sembrano avere i giusti incastri e pertanto tutto il meccanismo ne risulta inceppato. Tanto però le è bastato per rimanere comunque in scia dei primi posti. Con una vittoria sul Roccella, infatti, la Turris sarebbe stata prima, nonostante tutto. Un dato quindi assai indicativo e che lascia ben sperare per l’immediato futuro, poiché dimostra che il campionato è alla portata dei corallini e ammette anche incidenti di percorso. Se una Turris non al massimo delle sue forze poteva essere già prima oggi, cosa potrà succedere se sbloccherà gli ingranaggi giusti? Ad oggi in testa c’è la Cavese, che contro una delle peggiori Turris del campionato ha rischiato di non vincere. Ed in generale nessuna ha dato la sensazione di poter tentare la fuga, permettendo a qualsiasi rivale di rientrare in corsa con una normale striscia positiva.        

IL PROGETTO GIACOMARRO – Sin dal suo insediamento si è rivelato un allenatore non banale. Mister Giacomarro ha iniziato una vera e propria “Rivoluzione d’ottobre”, non tanto negli uomini quanto nella mentalità e nella filosofia di gioco. Nelle prime gare la Turris ha infatti pagato anche il drastico cambio di allenatore, costretta a cambiare chip in maniera radicale da un giorno all’altro. Giacomarro si è mostrato subito un allenatore esigente, come da lui stesso rivelato, dalle certezze incrollabili, poco propenso a metterle in discussione, maturate con i tanti successi in carriera. Una rivoluzione di non facile ricezione, che francamente aveva anche fatto sorgere qualche dubbio e timore nell’ambiente, come se la squadra fosse per certi versi incompatibile con il progetto del neo tecnico siciliano, anche in virtù del poco tempo a disposizione. Giacomarro infatti non è da intendersi propriamente come un gestore, bensì come un professore di calcio. Un tipo di allenatore che forse ha bisogno di partire dall’inizio più degli altri, in quanto necessita di tempo e di una squadra costruita a sua immagine e somiglianza per applicare nel modo migliore la sua idea di gioco. Un perfezionista, come dimostra anche l’inserimento di un tattico nello staff tecnico corallino.

I MARGINI CHE LASCIANO SPERARE – Tuttavia proprio con la Sarnese si è intravista la luce, il tentativo della squadra di mettere in pratica le idee dell’allenatore. E per sprazzi ci è riuscita, sfornando anche un gioco piacevole in alcuni tratti di gara. Una base importante per dare seguito al lavoro cominciato dal trainer siciliano e salutare per l’autostima dei giocatori. Vero anche che serviranno test più probanti per certificare la crescita, a cominciare dalla difficile trasferta con l’Igea Virtus. Ma a questo punto vale la pena sostenere il progetto Giacomarro e fargli sentire la fiducia dell’ambiente e della società, fondamentali per raggiungere i risultati. La sua missione, vincere e divertire, si prospetta proibitiva ma non impossibile. La chiave sta nel trovare un collettivo che esalti le qualità dei singoli e non viceversa, magari trovando il giusto equilibrio tra quello che si vorrebbe e quello che si può...