La risposta che spazza via ogni dubbio: la città ha detto sì al progetto Giugliano

26.02.2015 10:30 di Vincenzo Piergallino   vedi letture
Fonte: editoriale a cura di Nello Giannantonio (caposervizio Tutto è… sport)
La risposta che spazza via ogni dubbio: la città ha detto sì al progetto Giugliano
© foto di salvatore varo

Non si sarebbero alzate da tavola quasi 4mila persone; non avrebbero perso il sonno gli ultras per preparare una delle più raffinate coreografie di sempre; non ci avrebbero messo la faccia gli esponenti della politica al tavolo delle conferenze fianco a fianco con i dirigenti. Nessuno lo avrebbe fatto per andare semplicemente a vedere - e per di più in Eccellenza – ‘o Miano, come qualche presunto moralista in città o qualche invidioso addetto ai lavori in tivvù ancora talvolta sussurra. Domenica 22 febbraio 2015 non sarà ricordata solo per la vittoria ammazza-campionato sulla Sessana, ma come la domenica della definitiva legittimazione popolare al progetto Giugliano.

Oggi c’è una squadra che è tornata ad appartenere ai suoi tifosi. La denominazione Turris anche sulle carte arriverà, ma su questo aspetto la “verginità” Torre l’ha purtroppo persa già da dieci anni, da quando sono dovuti iniziare i valzer di titoli e denominazioni, dal Gaudianum alla Neapolis, complici debiti e ambigue norme federali. In questo Giuseppe Giugliano, nella sua geniale semplicità, è già andato oltre i regolamenti, inserendo nello statuto la famosa clausola salva-titolo che nulla muoverà da Torre se non lo vorrà anche il sindaco. Ecco, con piccole ma significative mosse questa dirigenza in pochi mesi ha restituito alla città la sua squadra, attraverso il coinvolgimento, la rispetto, il giocare a carte scoperte.

Oggi abbiamo smesso di interpretare le strategie che potevano aleggiare dietro quella mossa, dietro quella dichiarazione o quel comunicato del presidente di turno. Come sottolineato dal direttore generale Calce domenica, però, il rischio di portare semplicemente una squadra di calcio a giocare a Torre, dopo le cocenti e fresche scottature della piazza, era forte la scorsa estate, quando chi non si rassegnava allo spettro della scomparsa (ma nemmeno partecipava ad improbabili “collette”) si è aggrappato ad uno dei pochi nomi che potessero ancora rappresentare una garanzia, quello di Francesco Vitaglione. Il riscontro di pubblico di domenica 22 febbraio è una vittoria sua prima di tutti, perché a sua volta per Torre era stato lui a garantire nei confronti di Giugliano e soci.

Verranno momenti più duri sia per la dirigenza (servirà una certa solidità anche in serie D) che per la piazza (non si vive solo di Turris-Sessana), ma intanto, a soli sette mesi dalla profonde lacerazioni lasciate dalla gestione Moxedano, ci ritroviamo con un titolo pulito intestato alla città, una serie D praticamente riconquistata, un marchio storico che oramai nessuno può più negare alla gente che ha dimostrato di meritarne la piena titolarità. Tutta gente che domenica non è andata a vedere ‘o  Miano. È andata a vedere la Turris. E poi, scusate, chi altrimenti avrebbe dovuto rappresentare la vera Turris? Una scuola calcio d’occasione o una squadra che giocava in maglia verde?

Nello Giannantonio (caposervizio Tutto è… sport)